Bergamo e le penne nere Stampa
Scritto da FURIA Luigi   

Aspettando l'Adunata ...

A BERGAMO NACQUE LA DIVISA GRIGIOVERDE

 

Bergamo, si sa, è terra di alpini, ma non tutti sanno che esiste un forte legame tra la città ed il 5° Alpini. Addirittura la storia di Bergamo e quella del celebre reggimento si sono intrecciate.

 

Le radici delle penne nere a Bergamo risalgono addirittura all'Ottocento. Un battaglione del 5°, il Morbegno, era insediato nella caserma Montelungo e fu coinvolto negli esperimenti che portarono ad adottare la divisa grigioverde. Gli alpini del Morbegno, come del resto tutti i reparti con la penne nera, avevano indossato in origine una divisa con quelli che erano i colori dell'esercito piemontese: giubba turchina e pantaloni bianchi. Il che li rendeva, soprattutto in ambiente montano molto visibili.

Su sollecitazione del presidente della sezione Cai di Milano, Luigi Brioschi, tra il 1904 e il 1906, la questione fu dibattuta, ma solo nell'aprile 1906 si passò ad esperimenti pratici. E furono scelti proprio gli alpini del Morbegno. Come suggeriva Brioschi, alcuni militari indossarono un nuova divisa di colore grigio e vennero inviati su per la Maresana e il Canto Alto; li seguirono altri alpini con l'uniforme tradizionale. Contemporaneamente un gruppo di militari dello stesso battaglione, scelti tra quelli con la vista più acuta (allora c'era la specialità di tiratore scelto), fu inviato sulle loro tracce. L'esperimento andò tutto a favore delle nuova divisa. Le prove di tiro furono ancora più eloquenti: mentre una sagoma con i colori tradizionali (turchino e bianco) venne raggiunta ben otto volte da colpi di fucile alla distanza di 600 metri, un solo colpo fu registrato sul bersaglio di colore grigio. Nacque così il "plotone grigio" composto da 40 uomini della 45ª compagnia del Morbegno. Non sappiamo fin quando il Morbegno rimase a Bergamo.

Lo scoppio nella Grande guerra cambiò un po' tutto, ma una volta cessato il conflitto e l'Esercito riprese il suo assetto tradizionale ecco che il 5° Alpini ricompare in città. Nel 1921 il reggimento venne trasferito da Milano a Bergamo, prendendo possesso della caserma in via San Tommaso che gli era stata assegnata. Si trattava di un ex convento, situato proprio davanti all'Accademia Carrara; lo stesso edificio ora occupato dalla GAMeC (Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea).

Il reggimento non volle lasciare nel capoluogo lombardo il celebre monumento che raffigura un alpino che si difende scagliando un macigno contro il nemico. A Milano sorgeva davanti alla caserma del Quinto, lo stesso avvenne per Bergamo: fu innalzato nell'attuale piazzetta Carrara. Fu di nuovo portato a Milano quando, un paio d'anni dopo, il reparto fu di nuovo destinato in questa città.

La storia degli alpini a Bergamo registra un altro importante evento: la nascita della brigata Orobica che fu costituita nel secondo dopoguerra. Migliaia e migliaia di giovani bergamaschi indossarono la divisa della brigata, il cui comando era a Merano. Dopo rimostranze, proteste, malumori non facilmente sopiti, l'Orobica fu "vittima" del ridimensionamento della Forze Armate, che avrebbe portato alla soppressione della leva. L'ultimo giuramento delle reclute dell'Orobica avvenne nel campo Utili nel maggio 1991. La cerimonia di scioglimento del comando un paio di mesi più tardi, a Merano. Dopo di che la bandiera della brigata fu trasferita a Roma, dove è custodita nel Museo del Vittoriale.

Scarpù

Ultimo aggiornamento Domenica 18 Aprile 2010 09:07