Aspettando l’Adunata Nazionale ...
Qualcuno grida allo scandalo ...
PER UN PANINO, UN BICCHIERE DI VINO ED UN CAFFÈ
Non appena avuta la notizia che la Regione Lombardia aveva stanziato un milione di euro per l’Adunata Nazionale 2010, alcuni di quelli che stanno sempre alla finestra hanno gridato allo scandalo: “Con la crisi che c’è e mai possibile destinare una cifra simile per gli alpini?”.
In primo luogo diciamo che la cifra indicata dalla Regione - e quelle che seguiranno da altre Istituzioni pubbliche - è un’apertura di credito, un finanziamento il cui preciso importo verrà determinato a consuntivo, a seguito della presentazione di tutta la documentazione giustificativa dei costi. Ovviamente gli alpini metteranno anche dei propri soldi.
In secondo luogo: è una somma buttata al vento? Ebbene l’Adunata Nazionale, calcolando un afflusso di circa 300/400 mila persone, determinerà un giro d’affari di circa 30/40 milioni di euro in Bergamo e provincia, il che significa gente che lavora e che guadagna. Inoltre si avrà un effetto domino per gli anni a venire per il turismo e altre attività, quindi posti di lavoro.
In terzo luogo: è una cifra così esagerata? Facciamo un po’ di conti, cominciando da quello che l’Associazione Nazionale Alpini dà ogni anno alla collettività in soldi ed in ore di lavoro per opere di solidarietà e impegno civile. Per non andare troppo lontano, basta sfogliare il “Libro Verde 2008” dove è documentata l’opera degli alpini nell’anno scorso (in difetto, poiché mancano dati di alcuni Gruppi). Ebbene l’ANA ha raccolto e donato nel 2008 ad Enti pubblici ed associazioni benefiche la cifra di €. 5.663.743 ed i soci hanno lavorato gratuitamente per 1.734.130 ore, che tradotte in euro, prendendo come parametro la paga del manovale, fanno altri €. 47.723.257. La Sezione di Bergamo è stata la più generosa con la somma di €. 1.082.989 e 247.249 ore, pari ad altri €. 6.804.292.
Ma non finisce qui. Molti altri sono gli impegni che gli alpini svolgono volontariamente. Eccone alcuni. Nella Protezione Civile l’ANA opera con 12.000 soci volontari attivi, 350 mezzi operativi, 1 ospedale da campo, 13 tensostrutture di supporto, 5 magazzini, 113 unità cinofile, 81 squadre sezionali attive a livello provinciale, 19 squadre antincendio boschivo, 3 Sezioni a rotazione sempre allertate 24 ore su 24. Questo ha permesso un immediato intervento anche per il recente terremoto d’Abruzzo. Un particolare: come pensate che siano state monitorate tutte le case danneggiate de L’Aquila e dei paesi interessati dal terremoto? Forse dai tecnici comunali? Ci avrebbero impiegato un anno e più. Sono intervenuti volontariamente a turno tecnici di tutta Italia (geometri, ingegneri, architetti, ecc.), tra cui molti alpini.
Ed i soci ANA collaborano anche con gli alpini in armi, impegnati nelle missioni internazionali di pace, per portare un aiuto concreto e pratico là dove c’è necessità di ogni cosa. Le Sezioni hanno sempre risposto con generosità ai fratelli in armi, anche nella speranza di contribuire alla loro sicurezza. Il ragionamento è semplice: se un reparto armato, oltre alla sicurezza, offre anche concreti esempi di solidarietà, si guadagnerà la stima, l’affetto e la fiducia delle popolazioni locali e ciò non potrà che avere effetti positivi anche per i militari impegnati sul posto. Ma non solo beni, dal vestiario ad altri materiali di consumo, ma anche opere quali la Scuola Multietnica di Zenica in Bosnia, il Centro medico polifunzionale di Kabul, la Casa di accoglienza presso il Centro Ospedaliero Grandi Ustionati di Herat, finanziati con offerte raccolte tra i soci ANA.
E ci fermiamo qui, perchè ci sarebbero altre molteplici iniziative, come la Casa alpina di Endine Gaiano o l’Asilo di Rossosch in Russia, ma non finiremmo più. Ora basta chiedersi: di fronte a tutto questo, sono troppi i soldi stanziati dalla Regione Lombardia per gli alpini? Quando si fa una qualsiasi manifestazione paesana, dove sono impegnati dei volontari, forse non si offre loro al termine un panino, un bicchiere di vino ed un caffé? Questi sono impegnati alcuni giorni, una settimana o poco più, mentre i volontari alpini sono impegnati tutto l’anno. Ebbene fate un po’ di conti e vedrete che gli alpini si accontentano di molto meno e quel poco lo vogliono condividere con i loro concittadini coinvolgendo tutti nella loro festa, perché l’Adunata Nazionale è condivisione. Una grande festa di amicizia e di spirito di corpo, ma non certo superficiale poiché richiama in ogni istante, in ogni cerimonia, ad ogni angolo di strada i valori dell’alpinità. Inoltre, ad ogni Adunata Nazionale, l’ANA fa una donazione ad alcuni enti benefici della città dove si svolge la manifestazione. Nel 2008, ad esempio, per un totale di 50 mila euro ne hanno beneficiato l’Ass.ne Nazionale Genitori Soggetti Autisti di Rosà (VI) l’Ass.ne Prometeo Onlus di Bassano del Grappa (VI), l’Ass.ne Oncologica Bassanese di Bassano del Grappa (VI) e la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori di Vicenza. Quest’anno ne hanno beneficiato enti e associazioni di Latina e l’anno prossimo toccherà ad alcune di Bergamo e provincia.
E allora, se le istituzioni offrono una volta all’anno un “ristoro” ai circa 400 mila alpini che lavorano quotidianamente per la collettività, dove sta lo scandalo?
Luigi Furia
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