Aspettando l'adunata - Bergamo e la sua storia Stampa

 

Non è facile condensare la storia di una città come Bergamo in poche righe, una città che vede il suo primo insediamento risalire ai Celti che fondano Berghem “casa sul monte” o “città sul colle” (la leggenda ricorda la prima fondazione da parte dei liguri e un ampliamento etrusco successivo di un villaggio di nome Barra).

Tra il II e I sec a.C. i Romani trasformano la città in municipio, battezzandola Bergomum. Della città romana non è rimasto quasi nulla, ma essa ha lasciato una forte eredità in termini urbanistici (l’asse del decumanus identificato con via Gombito-Colleoni e il cardo con via San Lorenzo-Mario Lupo). Nel periodo romano esisteva una “civitas” sul colle e la “suburbia” nella pianura sottostante. Viene conquistata e distrutta dai Galli Senoni, poi da nuovi invasori (gli Unni di Attila e i Vandali di Gianserico). Nel 568 è occupata dai Longobardi, ed entra a far parte di uno dei regni più importanti dell’Italia settentrionale. Con la sconfitta dei Longobardi, nel 774, Bergamo si trasforma in Contea franca. Nel X secolo, ridotto il potere dei Conti al territorio rurale, la Città ha a capo il vescovo, che la difende durante gli assedi patiti dal re Arnolfo nell’ 894 e dalle incursio- ni degli Ungari. Nel 904 il vescovo Adalberto riceve dal re Berengario la piena giurisdizione, civile e militare, sulla città. Nel 1098, durante il periodo della lotta per le investiture, il vescovo di Bergamo, filo-imperiale, viene deposto. Da allora diviene libero Comune: le mura si allargano per inglobare i borghi e si ha un forte sviluppo dell’economia (la fiera di Sant’Alessandro ne è il segno). Luoghi più importanti del periodo sono il palazzo del Comune e Santa Maria Maggiore. Durante il periodo delle Signorie, la città è sconvolta da lotte interne che coinvolgono famiglie potenti del territorio: guelfi contro ghibellini, Colleoni contro Suardi. La popolazione vive tensioni e paure. La soluzione viene trovata nella figura di Giovanni di Boemia, monarca considerato neutrale e quindi ideale per superare i contrasti. Questi impone la pace, ma finiscono i diritti e le libertà comunali. In realtà il potere affidato al re straniero appare effimero e la città passa ai Visconti. Si costruisce La Rocca, simbolo del nuovo potere signorile. Terminano le libertà comunali (è nel 1332 che i Visconti edificano la Cittadella). Con il nuovo ordinamento statutario del 1354, la guida della città viene affidata a un podestà di nomina signorile, che presiede gli antichi organismi comunali, il Consiglio degli Anziani e il Consiglio Generale. Dal 1428 inizia il dominio della Repubblica di Venezia in cui avviene la risStrutturazione delle muraine. Si accentua la separazione tra le due parti della città. Viene ricostruito il Palazzo comunale (della Ragione) e sistemata piazza Vecchia, al posto di un quartiere medievale. Si apre una nuova piazza del mercato (piazza Mascheroni) e tra il 1560 e 1623 edificate nuove mura, come difesa dal Ducato di Milano (diventato una provincia spagnola). Nel 1797 la fine della Repubblica di Venezia dà avvio al dominio dei francesi prima, degli austriaci poi. Dal 1814 al 1859 Bergamo finisce sotto l’Austria e fa parte del Regno Lombardo-Veneto. Nel periodo napoleonico e in quello austriaco, Bergamo da città di confine entra in relazione più stretta con il resto della Lombardia. Intanto, a partire dalla metà dell’Ottocento, cresce lo sviluppo economico del bergamasco, in particolare a seguito dell’afflusso di capitali dalla vicina Svizzera che porta all’insediamento di notevoli manifatture. Città Alta perde l’antico ruolo predominante e il nuovo centro della Città Bassa va assumendo sempre maggiore importanza. Queste trasformazioni in campo economico e urbanistico avvengono in un periodo di forti cambiamenti anche politici. L’8 giugno 1859 Garibaldi, alla testa dei Cacciatori delle Alpi, entra trionfalmente in Bergamo dalla Porta di San Lorenzo. È la fine della dominazione straniera, sperata un decennio prima nei giorni dei moti del 1848, organizzati da giovani esponenti della parte più illuminata della borghesia cittadina. Nel 1860 Bergamo contribuisce con il numero più alto di volontari alla spedizione di Garibaldi, ciò le permette di fregiarsi onorevolmente del titolo di “Città dei Mille” . Nel corso della prima Guerra Mondiale moltissimi giovani bergamaschi, soprattutto del Corpo degli alpini, lasciano testimonianze indimenticabili di grande eroismo. Nel periodo drammatico che chiude il ventennio fascista anche a Bergamo si organizza la Resistenza. Partigiani delle brigate Garibaldi e Fiamme Verdi segnano, nelle vallate e sulle montagne, episodi di grande valore.

Laura Arnoldi il 01/12/2009 - L’Alpino Dicembre 2009

 
 

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