«Grazie Bergamo per quest'aria alpina» Stampa

Le autorità al Donizetti: abbiamo gli stessi valori. L'Ana: siamo gente libera, se avete bisogno siamo qui

 

 

 

La sintesi la tira il (monumentale, una montagna d'uomo) sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto «alpino artigliere di montagna» come si definisce con malcelato orgoglio: «Se 400 mila persone invadono una città è un disastro: se sono 400 mila alpini è un momento di festa». A Bergamo due volte «perché alpini e bergamaschi hanno gli stessi valori: impegno, tenacia e tanto volontariato», spiega il sindaco Franco Tentorio, che getta lo sguardo fuori dalla platea del Teatro Donizetti: «Quei Tricolori che vedete alle finestre sono figli di un sentimento profondo, uno spettacolo unico e irripetibile». E poi «ricordatevi, cari alpini, che ogni Tricolore è un bacio di una donna...».
Bella gente, questi alpini, «a volte strani, duri ma non cocciuti: abbiamo voglia di fare» come li definisce il presidente nazionale dell'Ana Corrado Perona. Un esercito di pace che oggi sfilerà per le vie di Bergamo «per dire grazie alla città, alla provincia e alla regione». Ma non solo: «Vedete, esiste un'Italia che cammina per ore per salutare le istituzioni, perché noi di questo siamo fieri. Siamo alpini, siamo liberi: se avete bisogno di qualcuno, noi siamo qui». Con lo sguardo indietro ad un passato «glorioso e di sacrifici, che ci fa camminare e soprattutto non ci permette di sbagliare»: ma soprattutto avanti, a quegli alpini ora soldati di professione «perché c'è continuità se noi crediamo in chi ora ci precede in sfilata».
Perché «alpini in uniforme e in congedo sono un tutto unico, una grande famiglia», ricorda il comandante delle truppe alpine Alberto Primicerj. Qui a Bergamo «dove si respira un'aria alpina particolare, grazie di cuore per l'accoglienza che ci avete dato», ma anche a Kabul o Herat, nell'Afghanistan martoriato «dove i nostri soldati non rappresentano loro stessi, ma un Paese che ha dato loro un mandato», aggiunge Crosetto. A quegli alpini che hanno saputo «tenere alti i valori militari di un Paese quando non erano di moda...».
Insomma un esempio nazionale, che merita una voce da nazionale, quella dell'alpino Bruno Pizzul, storico telecronista degli azzurri, ieri sul palco del Donizetti a condurre la danze dell'incontro sulla carta più formale, quello con le autorità: «Sentiamoci tutti penne nere: non so se saremo 400 mila, ma di certo siamo tutti contenti di essere qui».
La platea di autorità militari, religiose (con il vescovo Francesco Beschi) e civili applaude: ci sono i parlamentari Nunziante Consiglio, Alessandra Gallone, Gregorio Fontana, Giorgio Jannone, Antonio Misiani, Savino Pezzotta, Giovanni Sanga, Giacomo Stucchi e Mirko Tremaglia, l'assessore regionale Daniele Belotti e i consiglieri Mario Barboni, Valerio Bettoni, Maurizio Martina e Carlo Saffioti. Sul palco, in rappresentanza del Pirellone c'è l'assessore regionale all'Ambiente ed Energia, Marcello Raimondi: «Vi siamo vicini per quello che siete e siete stati: coraggiosi, forti e generosi, vicini nei bisogni semplici e grandi». Con il loro patrimonio di umanità e semplicità, come quello del beato don Carlo Gnocchi, la cui urna è in Duomo in occasione degli alpini: «Cappellano degli alpini, è qui con noi e lo sentiamo nel cuore e nell'anima: il nostro compito è il suo, lavorare per gli altri, perché ci possa essere un mondo migliore e più giusto» ricorda Antonio Sarti, presidente della sezione Ana di Bergamo.
Ed è questo il segreto degli alpini, il sacrificio, la dedizione «il saper tradurre i loro principi in fatti concreti, anche nelle grandi calamità» ricorda il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel messaggio per questa 83ª adunata, letto da Pizzul. Ogni giorno, nelle piccole e grandi cose: nel terremotato Abruzzo nella ricostruzione di Fossa, come nel contributo a tre realtà bergamasche: il monastero Matris Domini, l'associazione Cure palliative e l'onlus Seconda luna. Niente cifre od ostentazione, non è cosa da alpini: questa è gente che guarda in avanti. E magari oggi anche un po' all'insù, quando in cielo sfileranno le Frecce Tricolori: «Nube islandese permettendo», spiega il comandate della pattuglia acrobatica, Marco Lanter. Ci sarà anche il sottosegretario alle politiche della famiglia, Carlo Giovanardi, arrivato sul filo di lana al Donizetti. Sarà uno spettacolo vedere sfilare questo popolo in festa. «Uomini pacatamente forti, con una calma che li aiuta a vincere la paura: ed è questo l'eroismo», ricorda il presidente della Provincia Ettore Pirovano: «La vostra è la forza di chi non ha bisogno di esagerare». Ma magari per una sera sì: «Scusate, ma io vado a fare bisboccia con i miei alpini», ricorda Perona, presidente nazionale di «un esercito speciale». Perché fatto di gente semplice. Vera.
 

Dino Nikpalj il 09/05/2010 - L'Eco di Bergamo