I viaggiatori trasportati in un giorno come quelli di una settimana. Ressa nei vagoni. Ma gli alpini: «Meno male che ci sono mezzi così»
Non sono ancora le otto del mattino e al centro sportivo Saletti di Nembro il rullo di una grancassa rompe il silenzio. Sono gli alpini della Valle Stura che si mettono in marcia. L'obiettivo è la città, con le sfilate e le cerimonie. «Tutti pronti, si viaggia col trenino»: dicono gli alpini piemontesi, che con quelli trevigiani dividono il campo sportivo.
Il «trenino», cioè il tram, è il mezzo di locomozione che in questi giorni di adunata sta vivendo il suo exploit. Oltre 63 mila persone trasportate solo ieri, 350 corse e, per la prima volta in assoluto, dal pomeriggio 14 mezzi su 14 in pista. Il record dei record per la Teb, costretta dal numero di utenti già alle stazioni di testa a istituire diverse corse dirette e a gestire pure una sorta di fenomeno «tour» (con persone che salite ad Albino restavano in vettura rientrando direttamente). «Una situazione critica, ma la macchina regge bene. I passeggeri (per Teb e Atb è a disposizione il numero 035.364444 dalle 8 alle 19, ndr) hanno ben capito la particolarità della situazione», spiegavano nel tardo pomeriggio da Teb. Il numero di viaggiatori stimati in giornata, del resto, è pari a quello di una settimana. Roba da capogiro, con 180 persone su ogni carrozza. «C'è chi è restato a terra. Siamo pigiati, ma sapevamo a cosa andavamo incontro», spiega una signora in arrivo a Bergamo. Le banchine traboccavano fin dal mattino. Pure per camminare in centro ieri occorreva pazienza. «Ci sono un trilione di persone!», diceva un bimbo in attesa con i genitori ad Alzano Sopra. Vero, un trilione. Ovvio che qualcuno si lamenta.
Un alpino di Bonate Sotto, con una lettera a «L'Eco», dice d'aver tentato di salire con la sua bici alla fermata di via Bianzana, venerdì alle 22,30. Manovra in genere consentita: «Invece mi hanno detto che era pericoloso per gli altri passeggeri». La chiusa: «Non è per far polemica, vorrei solo che gli alpini che vengono da tutta Italia a incontrare Bergamo possano essere accolti col sorriso e con l'elasticità che una occasione come quella dell'adunata è». Altri la prendono con filosofia: «Vengo da Loano, sono alloggiato ad Albino. Abbiamo viaggiato un po' stretti? Sì. Ma non c'è problema, è una giornata eccezionale. Anzi: meno male che ci sono mezzi come questo tram. Dovrebbero esserci in tutte le città».
Alpini in carrozza, quindi. Del resto per i molti accampati fuori città il «trenino», come lo chiamano loro, è stato «il» mezzo di locomozione. Solo a Nembro sono accampati in 1.500. E via così ad Alzano, Ranica, Torre Boldone, nei quartieri a Nord-Est di Bergamo. Viaggiando lungo la linea, dalla cabina del conducente gli accampamenti si aprono a destra e sinistra. Il grosso del flusso si è avuto ieri, si replica oggi, ma già venerdì si viaggiava verso il pienone: «Andiamo tutti a vedere la bandiera di guerra», spiegava il capogruppo di Nembro, Vincenzo Carrara. Con lui, Nembro-Bergamo via Teb, anche il sindaco, Eugenio Cavagnis. Insieme portavano il gonfalone per la sfilata, «ed è la prima volta che il vessillo ufficiale di un Comune si è mosso, aperto, con la tranvia», rilevavano da Teb.
E quando in carrozza salgono pure i rappresentanti del Comune di Alzano, il vagone assume la veste di uno shaker alpino-istituzional-studentesco. «Ma quanta gente importante oggi», commenta un gruppo di diciassettenni, distolto appena da una rumorosa dimostrazione hip-hop.
Rumorosa tanto che una signora si lamenta, ma a mettere ordine ci pensa Manuel da Valdagno, Vicenza. Alpino 38enne, mortaista nel battaglione Feltre, prima li striglia un po': «La propria libertà finisce dove inizia quella degli altri». E poi: «Su dai tòsi, abbassate il volume». Risposta: «Eh, dai, andiamo a fare una gara di freestyle al Pacì Paciana». Ma intanto si tagliano i decibel e tutti si mettono a chiacchierare. Poi il «trenino» arriva a Bergamo e anche i «Tptpc» (questo il nome dichiarato della band che faceva le prove in tram) sono convinti: «Forza alpini, all'adunata veniamo anche noi». Chissà che ne sia nata una versione freestyle del «Vecchio scarpone».
Anna Gandolfi il 09/05/2010 - L'Eco di Bergamo (Foto Fronzi)
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