Il ministro La Russa: c'è l'ok politico, ora dobbiamo studiare una soluzione
All'adunata nazionale del 7-8-9 maggio ci saranno anche le Frecce Tricolori
«Prima o poi gli alpini in Lombardia ci dovranno tornare»: Ignazio La Russa, ministro della Difesa, apre uno spiraglio per una caserma delle penne nere a Bergamo o Brescia.
Perché poi alla fine le opzioni, per numero e storia, si sono sempre ridotte a queste due. Il problema però è sempre il solito, i dané: «Una caserma costa 130 milioni, e sono difficili da trovare, tanto più in un momento di crisi come l'attuale» spiega alle penne nere schierate nell'aula consiliare di Palafrizzoni per la presentazione dell'adunata al ministro: «Ma stiamo studiando una soluzione alternativa, perché non è obbligatorio che ci sia l'intero reggimento».
Un qualcosa di più minimal ma ugualmente in grado di garantire una presenza stanziale: «L'ok politico c'è sicuramente, ora lavoriamo per trovare i fondi».
La cittadella degli alpini
In sostanza il dossier fermo su qualche scrivania del ministero della Difesa si riapre, e non è la sola buona notizia della puntata di La Russa in Comune: «All'adunata nazionale di maggio ci saranno anche le Frecce Tricolori, come avete chiesto: è la prima volta che partecipano ad una festa del genere». Per la richiesta invece di impiantare nella «tre giorni» di maggio la cosiddetta cittadella alpina, comprensiva di mezzi e attrezzature varie, bisogna trovare la quadra: «Mettiamoci d'accordo sui costi, a Latina ha pagato il Comune...» azzarda al sindaco Franco Tentorio che qualche minuto dopo propone «di fare a metà».
Ad ogni modo la marcia d'avvicinamento verso il 7-8-9 maggio procede a passo di carica: «Mancano 50 giorni all'alba» spiega il vicesindaco Gianfranco Ceci, con cappello d'ordinanza in testa. «Il mio superiore era Marzio Tremaglia...», e il padre Mirko seduto in prima fila si commuove nel sentire le parole di ricordo del figlio scomparso, pronunciate da La Russa e rivolte al nipote Andrea: «Era un alpino, tu sarai degno dei suoi valori». In prima fila ci sono anche i parlamentari Alessandra Gallone, Giorgio Jannone, Gregorio Fontana e Massimo Corsaro. C'era anche Savino Pezzotta, che però visto il ritardo abbondante del ministro deve presenziare ad altri impegni elettorali. E ancora, il consigliere regionale Pietro Macconi e don Mario Carminati, parroco della Celadina e delegato della Diocesi per l'adunata.
Il sindaco va dritto al bersaglio: «L'adunata dovrà essere indimenticabile: per gli alpini, splendido esempio di volontà. Per i bergamaschi, che vi vedono come fratelli. Per l'Italia, che vi ringrazia per quanto avete fatto e quanto continuate a fare» Una minima idea la rende Antonio Sarti, presidente della sezione Ana provinciale: «260 mila ore di volontariato e 1 milione 100 mila euro raccolti». Un capolavoro quotidiano di questi uomini «duri, introversi, brontoloni, ma con un cuore grande e braccia forti». E per le penne bergamasche «questa adunata è un sogno». Guglielmo Redondi, presidente del Consiglio comunale va oltre: «Noi ci consideriamo una piccola capitale degli alpini, siamo orgogliosi di essere stati scelti». Per la terza volta, dopo il 1962 e 1986: «Ogni 24 anni: ci prenotiamo già per il 2034» scherza Ceci. «Ma il 2010 per la città dovrà essere l'anno degli alpini», conclude Redondi.
«Esempio concreto di volontà»
Perché, come spiega il sottosegretario regionale Marcello Raimondi «siete un esempio concreto di volontà, in ogni emergenza e nella quotidianità». Il Pirellone ha stanziato un milione di euro per l'adunata «ed è un segno di riconoscenza per quello che fate e continuerete a fare». Ci sarà occasione per dirlo a quelle 4-500 mila penne nere attese ad inizio maggio in città: «E sarà un evento ancora più particolare che altrove. Perché chi è alpino un giorno lo è tutta la vita», conclude La Russa. Certo, la caserma... «Io intanto 40 ve ne ho mandati di alpini: non sono tantissimi, ma aiutano a fare sicurezza. E poi diciamolo, quando si vede una penna nera per la città, scatta subito il sorriso». E su questo davvero nulla da dire.
Dino Nikpalj il 14/03/2010 - L'Eco di Bergamo
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