Speciale de «L'Alpino»: 64 pagine per festeggiare con Bergamo Stampa

Presentato ieri in città

È sempre un numero ricchissimo quello che «L'Alpino», il mensile dell'Ana, dedica all'adunata: 64 pagine fitte fitte che però quest'anno sono andate un po' strette ai suoi redattori.

Bergamo è una città alpina al cento per cento, con una storia ricca non solo dal punto di vista delle vicende militari. Così, togli le inevitabili pagine di servizio, togli quelle dedicate al programma e ai saluti ufficiali e alla redazione guidata dal direttore Vittorio Brunello è toccato fare i salti mortali. «Ne avremmo fatte volentieri molte di più – conferma il capo redattore Gaspare Basile, ieri a Bergamo assieme al direttore Brunello –: questo è un territorio ricco di storia, ma anche di vicende giornalistiche. Sul piano dell'adunata ci troviamo di fronte a una macchina organizzativa perfetta: in genere le sezioni sanno cosa fare fino in fondo solo quando il raduno è terminato, qui invece a sei mesi dall'assegnazione avremmo giù potuto sfilare».
«Ci sono tutti gli ingredienti per dare un grande segno di vitalità e forza dell'associazione – aggiunge Vittorio Brunello –: il filo conduttore sarà certamente quello della tradizione. Una tradizione che oggi passa attraverso i nostri militari in armi e che trova grazie alla mininaja una funzione socializzante e un segno di attaccamento al Paese». Quali sono dunque i temi bergamaschi? C'è la storia di Sant'Alessandro, martire cristiano che, oltre a essere patrono cittadino, lo è anche degli alpini, c'è la tradizione enogastronomica della terra orobica, ma ci sono anche le notizie più «tecniche», come la partecipazione di due compagnie del 5° alpini con la loro bandiera di guerra. Infine, si diceva, tante informazioni di servizio che rendono l'Alpino di aprile uno strumento fondamentale per quanti parteciperanno all'adunata.

 

15/04/2010 - L'Eco di Bergamo

 
 

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