Penne artistiche di ferro per l'adunata degli alpini Stampa

Zogno - Nell'officina di Algua Michele Carminati forgia ancora a caldo pezzi unici: soprammobili e cornici.

 

 

Algua - Martelli, incudine, pinze, forge e, tra gli altri, un maglio di fine Ottocento. Che, uniti a un'abilità appresa fin da ragazzo, fanno di Michele Carminati, 34 anni, di Zogno, un vero «homo faber».
Dal suo laboratorio di Rosolo di Algua, sulla strada provinciale della Valle Serina, escono pezzi unici d'artista, tra fiori, animali, soprammobili, candelabri, lampadari, portabottiglie, cornici, portafoto, posacenere, tutti in ferro battuto a mano, come una volta. E ora, in occasione della prossima adunata nazionale degli alpini, il 7, 8 e 9 maggio a Bergamo, sta realizzando speciali penne, pure loro uniche. La parola d'ordine, infatti, è evitare i pezzi industriali in serie, quelli tutti uguali, che fanno perdere valore al prodotto. Carminati è ormai uno degli ultimi fabbri in Valle Brembana e in Bergamasca ad aver accettato questa filosofia artigianale. Un'arte appresa da giovane, subito dopo la scuola media, nel laboratorio dello zio Giambattista, a Zogno, fondatore dell'«Artigianfer», la piccola azienda ora in mano a Michele (www.artigianfercarminati.it, telefono 0345.97033).
Un'arte affinata con la continua esperienza, ora grazie anche ai segreti del mestiere appresi dai maestri d'Europa, nei corsi a cui ha partecipato o a cui prenderà parte a Stia, in provincia di Arezzo, con Michele Mouton o Claudio Bottero, e a Bienno, in provincia di Brescia. A Rosolo, dove il laboratorio è stato aperto una decina d'anni fa, Michele realizza naturalmente anche ringhiere, cancelli, inferriate. Ma anche queste con la particolarità che le punte vengono forgiate a caldo, manualmente, quindi nessuna, seppure simili, è esattamente uguale alle altre. «Ho fatto una scelta di stile – dice Michele – per valorizzare un'antica tradizione italiana. Un'arte che, poco alla volta, purtroppo, si sta perdendo a causa degli alti costi di manodopera e per l'importazione dai Paesi dell'Est Europa e dalla Cina dei prodotti stampati in serie. Anche in questo campo molte aziende, soprattutto venete, per esempio, hanno spostato la produzione in Oriente». «Rispetto a tanti che semplicemente assemblano pezzi già finiti – prosegue il fabbro di Zogno – i miei lavori sono in ferro battuto, quindi unici anche se possono sembrare simili. Ciò, naturalmente, costa molto più tempo e per realizzare un oggetto, come una rosa con foglie e petali, occorrono anche due giorni di lavoro».
Un mestiere che Carminati, ormai tra i pochi a continuare controcorrente puntando sull'abilità manuale, sta cercando di migliorare continuamente: da tre anni è iscritto all'unica scuola per ferro battuto in Italia, aperta a Rovato, in provincia di Brescia. Una scuola dedicata ai mestieri in via di estinzione. E le scorse settimane, sempre in Toscana, ha imparato anche come realizzare i propri attrezzi per un lavoro sempre più unico. Ricavando, per esempio, una pinza speciale dalla molla in ferro di un'auto. Perché alcuni attrezzi, con certe caratteristiche, ormai non si trovano sul mercato.
Ora l'idea di realizzare le penne in ferro battuto per l'adunata degli alpini: c'è da stare certi, «bocia» e «veci» apprezzeranno la caparbietà di Michele nel continuare la tradizione del vero «homo faber».


G. Gh. il 14/04/2010 - L'Eco di Bergamo

 

 
 

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Oggetti Smarriti

Sono stati ritrovati parecchi oggetti smarriti durante l'adunata.

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