Le tende anche nel giardino del vicesindaco Stampa

Settanta penne nere bresciane ospitate a casa Ceci. «Ho chiesto accoglienza alla città. Do il buon esempio»

Due gruppi, da Torbole Casaglia e Capriano del Colle. In 5 ore montato l'accampamento con brande, cucina e una botte per il vino.

«Per questa adunata, che si preannuncia affollatissima, ho fatto appello alla cittadinanza affinché dimostrasse la massima disponibilità verso gli alpini che arriveranno a Bergamo. Quindi, non potevo che essere il primo a dare il buon esempio». Un esempio non solo buono ma anche molto concreto quello del vicesindaco Gianfranco Ceci che per il prossimo fine settimana si prepara ad ospitare settanta alpini nel giardino di casa propria.
Una decina di penne nere sono già arrivate, altre sono in viaggio ed arriveranno un po' alla spicciolata nei prossimi giorni, ma tra sabato e domenica saranno a pieno regime, pronte per sfilare e festeggiare. Due i gruppi – entrambi bresciani – ospitati nel terreno di circa 1.500 metri quadrati di casa Ceci, in zona Borgo Santa Caterina: le penne nere di Torbole Casaglia, rappresentato da circa 40 persone, e gli alpini di Capriano del Colle, una trentina.
L'incontro tra il vicesindaco e gli ospiti a cui ha concesso il campo è avvenuto in modo casuale, lo scorso agosto. Alcuni membri del gruppo di Torbole, in visita a Bergamo per cercare un luogo adatto dove accamparsi con le tende in previsione dell'adunata, hanno notato lo spazio verde del vicesindaco. Interessati alla zona, si sono fermati per verificarne la disponibilità e caso ha voluto che incontrassero proprio Ceci che stava in quel momento rincasando. «Mi hanno chiesto se conoscevo il proprietario perché erano interessati al campo – spiega Ceci –. Avevo già deciso di mettere a disposizione il mio terreno per questo evento, quindi ho subito accolto la loro richiesta con grande piacere».
I primi alpini di casa Ceci sono arrivati sabato e, insieme a vicesindaco e famiglia, si sono messi al lavoro per montare le tende. Nel campo, che può ospitare fino a un centinaio di persone, sono così state allestite diverse zone: quella notte comprende due strutture, ciascuna per ogni gruppo, predisposte con letti a castello e brandine. La zona giorno è invece organizzatissima per la preparazione di cibi e bevande: salami appesi sotto il tendone, una botte per il vino bianco e rosso – il «carburante», dicono le penne nere – e lo spiedo per cuocere gli uccellini, come vuole la tradizione bresciana. Per i bagni, gli alpini si sono dotati di strutture allacciate alla rete fognaria cittadina, complete di caldaie per l'acqua calda e di docce. «In sole cinque ore hanno montato tutte le tende e le strutture annesse – continua il padrone di casa –; velocissimi anche perché molti di loro sono specializzati in vari settori, dall'idraulico al falegname».

 


I settanta alpini resteranno dal vicesindaco fino a domenica sera o lunedì mattina, trascorrendo il tempo che li separa dall'inizio delle celebrazioni ufficiali tra musica, canti e brindisi. In un clima che, ha commentato Ceci, «unisce l'Italia». «L'accoglienza dei bergamaschi e del vicesindaco per primo ci ha davvero colpiti – aggiunge Osvaldo Bianchetti, capogruppo degli alpini di Torbole –. Durante questi pochi giorni già trascorsi qui e a contatto con la cittadinanza ci siamo resi conto della disponibilità di questa città, che ci ha offerto tanto e soprattutto il suo cuore».

Laura Generali il l05/05/2010 - L'Eco di Bergamo

 

 
 

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Oggetti Smarriti

Sono stati ritrovati parecchi oggetti smarriti durante l'adunata.

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