L'adunata degli alpini è archiviata ma in redazione continuano ad arrivare lettere a commento del grande successo della tre giorni. Scrivono anche dal Libano. Non mancano lamentele, ma a netta maggioranza prevalgono i giudizi entusiasti
Festa del Tricolore
e una vera festa
di unità nazionale
Ho ancora negli occhi e nel cuore Bergamo invasa dalla gioia degli alpini e dal Tricolore, una festa di vita, di unità nazionale... Con buona pace di qualche illustre concittadino che si premette di dire che lui «il Tricolore non lo vorrebbe neanche al cesso».
Si mettano il cuore in pace, questi personaggi (purtroppo pubblici): Bergamo il tricolore lo vuole, sempre e ovunque, e non ha bisogno di proclami incoscienti di chi non rispetta la storia e il valore dei nostri eroici padri. W l'Italia e W gli alpini.
Mauro
Grazie agli alpini
sono più orgoglioso
di essere italiano
Ho seguito la 83ª adunata degli alpini a Bergamo. Non trovo le parole adeguate per esprimere la mia stima e riconoscenza come cittadino e parlamentare verso questo Corpo ed ai suoi componenti che debbono esser presi ad esempio da tutti. In particolare da noi politici, che abbiamo la responsabilità di gestire il Paese e dobbiamo quindi far tesoro di quel patrimonio di valori espressi dagli alpini, non solo in occasione dell'adunata, ma costantemente nel corso degli anni.
Un lavoro, quello degli alpini svolto giorno per giorno, in silenzio con grande umiltà e solidarietà. Uno spirito diffuso anche nelle altre specializzazioni delle Forze armate, ma che trova la sua massima espressione nelle truppe alpine. A Bergamo sono convenuti, con tutti i mezzi dall'Italia e dall'estero, centinaia di migliaia di «veci» e «bocia» che hanno servito il proprio Paese in armi ed ora lo servono in molteplici forme: nel volontariato , nel sociale, nella protezione civile in Italia e nel mondo. Essi ci hanno onorato con una presenza record e mi hanno stupito per la loro capacità di stare insieme, per la loro organizzazione e per quanto sono in grado di comunicare. Gente di ogni estrazione sociale e di diversa cultura ed origine, ma unita dal senso di appartenenza e dallo spirito di corpo. Questa è la gente del fare, quella tipologia di persone che io, uomo di montagna, sento particolarmente vicina al mio essere, più vocato al fare che all'apparire. Tra i numerosi esempi che ci hanno lasciato gli alpini, vi è il senso del dovere, lo spirito di servizio, di amor patrio e per la nostra bandiera. Quel tricolore che ha abbellito la nostra Bergamo e tracciato il cielo dalle «Frecce tricolori». Esso rappresenta l'unità nazionale ed i valori della Repubblica italiana. Gran parte dei messaggi scritti sugli striscioni portati dagli sfilanti non lasciavano dubbi al riguardo. Grazie alpini, mi avete commosso, ma soprattutto mi avete fatto sentire ancor più orgoglioso di essere italiano.
Valerio Carrara
vicepresidente Commissione Difesa del Senato
La mia stima
per il lavoro
dei giornalisti
Spettabile redazione,
sono un'abbonata al vostro giornale da moltissimo tempo, non vi ho mai scritto né segnalato nulla, ma stavolta non ne posso fare a meno. Nelle giornate del raduno annuale degli alpini, li ho sempre seguiti per televisione.
Non so come esprimere la mia stima e riconoscenza a voi, che con la diretta televisiva e con le notizie apparse sul vostro giornale, avete dato la possibilità a tutti di assistere «come di persona» al grande evento, per Bergamo e spero per l'Italia intera.
Non vi nascondo che durante le sfilate ho piante diverse volte, non so se sono troppo emotiva o perché ricordavo mio padre (classe 1902) che è stato alpino a Silandro e faceva parte della banda musicale, e che aveva anche scritto una composizione musicale per gli amici alpini. Anche lui piangeva durante le sfilate. L'adunata è stata anche un concreto esempio di cuore, stima, umanità e fraternità per tutti.
Lettera firmata
Poesia: nel bisogno
sempre presenti
con tanto impegno
Alpini dalla penna nera
con la vostra presenza
onorate l'Italia intera
Quando sfilate composti e seri
siete sempre nel cuore alpini veri
Tanta emozione sapete destare
che qualche lacrima fate versare
Dove c'è bisogno siete presenti
con tanto impegno sempre sorridenti
Aiuto a tutti ne date tanto
quasi in sordina senza nessun vanto
Siete belle persone vere
con le vostre gloriose penne nere
Giacomina Baldoni in Capitanio
Grande emozione
ma ho visto
una nota stonata
Gentile direttore,
sono una bergamasca residente oramai da anni in Franciacorta. Venire a Bergamo ieri per la sfilata degli alpini è stata una grande emozione. È stata una giornata memorabile, nulla da recepire sull'organizzazione (a parte Trenitalia). L'unica nota stonata, che mi ha lasciato l'amaro in bocca, è stato quando sono passata davanti all'ingresso della zona riservata alle autorità e ho visto l'onorevole Antonio Di Pietro stringere calorosamente la mano a Guido Bertolaso. Io e mio padre, che ha più conoscenza di me in fatto di politica, siamo rimasti esterefatti. Grande uomo di diplomazia Guido Bertolaso...
Antonella Negri
Corte Franca (Brescia)
Anche dal Libano
fiero di essere
bergamasco
Dopo l'adunata anche qui in Libano vi ammiro moltissimo. Fiero di essere bergamasco.
Nicola Offredi
Alpini al governo
per continuare
a sognare
Per continuare a sognare...Alpini al governo, senza né sinistra né destra, ma persone che sanno quali sono i bisogni delle persone e li tramutano in fatti non in tante parole inutili. Grazie alpini siete grandi!
Laura
È una città
di grande
sentimento
Bergamo numero uno nel mondo! Con questa grandiosa adunata Bergamo ha dimostrato di essere una città di grande sentimento e di solidarietà. Una città di grandi lavoratori, una città onesta e sincera come poche. Gente bergamasca meravigliosa. Grazie ancora, W Bergamo e W gli alpini!
Lettera firmata
Scanzorosciate
orgogliosa
delle penne nere
Una breve lettera per rispondere alla residente di Boccaleone che si dichiara dispiaciuta ed incredula per, a suo dire, i pochi alpini ospiti nel Comune di Scanzorosciate (che ha un sindaco alpino e componente della fanfara alpini locale ed è anche paese del capogruppo Ana provinciale).
La cittadina si pone inoltre la domanda se questa poca presenza di alpini ospiti sia dovuta alla non accoglienza dei nostri abitanti o alla non disponibilità delle strutture comunali. Ovviamente nulla di tutto questo!!! Il Comune di Scanzorosciate e la sezione alpini di Scanzorosciate hanno collaborato sin dall'estate scorsa per programmare un «piano di accoglienza» che prevedesse la disponibilità gratuita di strutture pubbliche e di aree libere attrezzate. Sono state infatti individuate quattro strutture comunali «al chiuso» (salone polivalente della biblioteca, ex biblioteca oggi sede del centro di aggregazione giovanile, palestra di via Sonzogni, sede alpini locale) e diverse aree aperte a disposizione per camper e tende (la grande area mercato, l'estesa area verde solitamente utilizzata per le giostre in estate, un campo da calcio a 11 in sabbia, quattro grandi parcheggi).
Tutte queste aree sono state comunicate all'organizzazione generale dell'adunata nazionale dopo l'estate affinché potesse soddisfare le moltissime richieste che le pervenivano. Le aree utilizzate effettivamente sono poi state: il salone polivalente della biblioteca, la palestra di via Sonzogni, la sede alpini locale e una parte dell'area mercato. In Comune o direttamente alla sezione alpini di Scanzorosciate non sono arrivate ulteriori richieste, e nemmeno la sede operativa organizzativa centrale dell'adunata nazionale non ci ha richiesto ulteriori luoghi. Probabilmente hanno preferito concentrare le sezioni ospitate nella città e nei Comuni posizionati lungo la nuova tranvia per ovvie motivazioni logistiche e di mobilità.
A fine aprile, come in ogni Comune, sono state poi appese in tutte e cinque le frazioni le bandiere tricolori e gli striscioni che davano il benvenuto ai nostri amati alpini. Sono stati inoltre organizzati due concerti presso il teatro di Rosciate, molto partecipati: il giovedì sera con la fanfara di Scanzorosciate, il venerdì con quella di Ivrea. Il sabato sera invece la Fanfara di Scanzorosciate ha suonato in piazza Vecchia in Città Alta e anche in questa occasione, tanti nostri concittadini erano presenti.
A fronte di tutto ciò ribadiamo con forza l'amore e l'orgoglio verso gli alpini e respingiamo le critiche rivolte al Comune ed ai suoi abitanti dalla signora di Boccaleone. I fatti concreti, le collaborazioni continue, le iniziative culturali e quelle organizzate nelle scuole, la fantastica fanfara con l'aggiunta delle «Giovani Armonie» testimoniano l'amore e l'orgoglio di Scanzorosciate per i suoi alpini! W gli alpini!
L'Amministrazione comunale
di Scanzorosciate
Il sindaco c'era
In sfilata a suonare
nella fanfara
Spettabile redazione,
con la presente vorrei rispondere alle parole che la signora Maria Grazia Errico ha espresso nella sua lettera al vostro giornale, riguardo all'accoglienza di Scanzorosciate verso gli alpini. La gente di Scanzorosciate, come gli alpini, durante il week-end dell'adunata, si è riversata in massa per le vie di Bergamo a vivere la bellissima festa.
Per quanto riguarda l'ospitalità, vorrei farle presente che, per esempio nella frazione di Negrone, c'era un accampamento di alpini, lei sicuramente si è fermata a quello che ha visto sul tragitto verso casa dei suoi amici. Per quanto riguarda il sindaco, non l'avrà certamente visto con la fascia tricolore a sfilare con gli altri sindaci, sa per quale motivo? Era impegnato a suonare la grancassa nella fanfara, sia sabato che domenica in sfilata. Non so da dove abbia tratto le sue conclusioni, signora, ma si fidi, sono del tutto sbagliate e fuori luogo.
Massimiliano Lussana
Festa riuscita
anche nei quartieri
della periferia
Si è conclusa in maniera positiva l'83ª adunata degli alpini, che ha visto la città e la provincia protagonisti nell'accogliere le penne nere nella loro ormai quasi centenaria tradizione.
La nostra città non ha deluso: ha mostrato efficienza e capacità di organizzazione; niente è stato lasciato al caso, negli oltre 4 mesi di preparazione all'evento. I cittadini sono rimasti positivamente coinvolti e contenti di trovarsi in mezzo a tanta gente semplice con la voglia di fare festa in maniera spontanea e cordiale, senza mai esagerare.
Tutti hanno risposto alla «chiamata» e ognuno ha fatto bene nel suo ruolo, dall'amministrazione ai trasporti, alla sicurezza, ai presidi medici, alla logistica. I negozi hanno partecipato al programma di accoglienza degli alpini, allestendo per l'occasione le loro vetrine a tema e partecipando al concorso indetto dal Comune in collaborazione con le associazioni di categoria; e fornendo menù e servizio bar a costi contenuti, senza speculare, dando una immagine positiva e professionale.
Le associazioni di via hanno per l'occasione organizzato eventi nelle vie, contribuendo in questo modo ad allargare la città, che per una volta non è stata solo il «centro». Così abbiamo avuto quartieri periferici movimentati come Colognola, Longuelo, Loreto, e vie del centro come il Borgo San Leonardo e via Quarenghi che hanno trasformato per quasi tre giorni le vie, ponendo al centro delle stesse numerose iniziative ludiche di vario tipo. Tutte ben riuscite e partecipate.
Come consigliere comunale, delegato ai rapporti con le associazioni di via e del commercio e quindi impegnato in prima persona, mi sento di ringraziare tutti gli addetti ai lavori che eroicamente hanno, ancora una volta, contribuito a creare quel clima festoso e sereno in città. Del resto è proprio nel programma di questa amministrazione il coinvolgimento di tutti i quartieri a partecipare ai grandi eventi, così come il decentramento delle iniziative, pubbliche o private, per arrivare ad avere una città più viva, sicura e vissuta in tutta la sua dimensione.
Lorenzo Carminati
consigliere comunale
Lista Tentorio
delegato ai rapporti
con le associazioni di via
e del commercio
Da Verona
apprezzamento
per l'editoriale
Sono un alpino sessantenne di Verona. Ho acquistato le vostre pubblicazioni nei giorni dell'adunata. Sto leggendole una ad una.
Desidero esprimere subito un sincero apprezzamento per l'editoriale del vicedirettore Franco Cattaneo, pubblicato lunedì. Il motivo? L'aver saputo intelligentemente mettere alle corde la mentalità pseudopolitica-leghista che serpeggia tra la gente della Bergamasca, e dimostrare che gli alpini sono una cosa diversa da coloro che hanno il coraggio di indossare il «sacro cappello» alle...(non so come chiamarle) della vicina Pontida. Grazie.
Angelo Granuzzo
Villafranca di Verona
Frecce tricolori
in anticipo
non per La Russa
In riferimento alla lettera pubblicata su L'Eco di Bergamo di mercoledì 12 maggio 2010, a firma Simone Paganoni, si precisa come l'affermazione del consigliere della Lista Bruni, che ipotizza un'anticipazione del passaggio delle Frecce tricolori a causa di impegni istituzionali del ministro Ignazio La Russa, sia davvero priva di qualsiasi fondamento. Tanto è vero che La Russa è rimasto sul palco ben oltre l'orario inizialmente previsto per il passaggio delle Frecce.
Ricordiamo che lo spettacolo aereo ha rischiato di saltare a causa delle condizioni atmosferiche e che l'anticipazione dell'esibizione ha permesso di mandare le immagini in diretta nell'ultima finestra disponibile sui canali della Rai, fornendo al maggior numero di persone la visione dell'evento. Bastava che Paganoni verificasse le informazioni per evitare errori.
Infine non ci resta che ribadire il nostro grazie al ministro La Russa che, per la prima volta nella storia delle adunate, ha permesso lo spettacolo del tricolore sopra la nostra bellissima città.
Dr. Giorgio Lazzari
portavoce del sindaco
La sfilata deviata
dei bergamaschi
nel tratto finale
Qui di seguito desidero segnalare quanto è accaduto. Noi spettatori, circa un migliaio, collocati in via Cesare Battisti-viale Giulio Cesare (zona scioglimento) non abbiamo avuto il piacere di vedere sfilare i nostri alpini di Bergamo perché sono stati dirottati all'altezza della torre del Galgario.
Dopo sacrificio di ore di attesa sotto la pioggia per acclamare i nostri parenti e amici non ci sono parole per giustificare questa anomala decisione presa dai responsabili dell'organizzazione. Tanto si doveva.
Maurizio Costantini
Spettabile redazione,
in merito alla risposta alla famiglia bergamasca che non ha potuto vedere sfilare la sezione di Bergamo nel tratto finale del percorso, tengo a precisare che non è responsabilità del servizio d'ordine nazionale non aver segnalato la modifica del percorso stesso, ma del servizio d'ordine sezionale che non ha dato disposizioni perché dirottasse verso il piazzale degli Alpini solo il primo raggruppamento di Bergamo. Rammaricandomi per l'insoddisfazione di chi non ha potuto vedere passare gli alpini bergamaschi, invio cordiali saluti.
Antonio Arnoldi
alpino bergamasco
consigliere nazionale Ana
Il mio grazie
all'anonimo
sbandieratore
L'adunata degli alpini mi ha visto accalcato dalle 9 del 9 maggio sui propilei di Porta Nuova, lato via Tiraboschi, per assistere alla sfilata. Ero riuscito a conquistare la seconda fila del piano dove potevo sbirciare viale Papa Giovanni limitato però dalle persone presenti e dalla colonna imbandierata.
Ogni tanto alla mia sinistra l'occhio inquadrava lo svolazzo di una grossa bandiera italiana con la figura di un cappello alpino al centro. La visuale mi permetteva di vedere solo la fase finale dello sgonfiamento del vessillo.
Nel pomeriggio, verso le 14, sono tornato alla mia postazione raggiungendo però, dopo pazienti ma inesorabili sgomitate, il lato di viale Papa Giovanni proprio davanti al propileo sede degli uffici Atb. Finalmente potevo vedere tutto il viale Papa Giovanni (a destra), il viale Roma (a sinistra), le tribune per il pubblico, ed, al centro, il posto di ripresa televisiva di Bergamo Tv e lo sbandieratore. Era una persona apparentemente non giovane, col cappello alpino, che manovrava una lunga e pesante asta con una grande bandiera italiana. Dopo aver intuito l'andamento del vento, con un gesto lento e solenne dispiegava il vessillo, da sinistra verso destra, e, facendolo rigonfiare in modo perfetto, lambiva il capo sia delle persone accalcate sui gradini del monumento che quello degli alpini in sfilata. Ad ogni movimento ben riuscito il viso dello sbandieratore lasciava trasparire la soddisfazione per la positiva azione compiuta.
Con l'orecchio teso a capire le parole dello speaker e con l'occhio attento al passaggio di chi sfilava, il nostro uomo alternava la manovra della bandiera con l'irrigidirsi sull'attenti ad ogni passaggio di labaro sezionale, di ogni ufficiale con penna bianca o, semplicemente, di un gruppo di alpini ritenuto particolarmente simpatico o importante. Anche in questo caso l'azione del saluto assumeva un rituale classico. Lo sguardo del volto serio e fiero rivolto in alto, la mano rigida e perpendicolare alla tesa del cappello ed il movimento del corpo che seguiva il soggetto che sfilava. Alcune volte, dopo il saluto, si portava la mano sul petto ed apostrofava il passante. La reazione era sempre di una risposta al saluto od un battimani.
Molte delle persone che assistevano con me alla sfilata si erano chieste se l'azione dello sbandieratore fosse dovuta ad una professione, ad un comando militare o, semplicemente, alla fede di un uomo alpino. Di fatto non fu mai visto fermarsi per un ristoro o per altre necessità.
Solo verso sera, col cadere della pioggia, ripose la bandiera per scendere di alcuni gradini il monumento e scusarsi con uno spettatore, che aveva forse disturbato o spettinato, per avergli lambito il capo con il vessillo intriso d'acqua. Dopo le ore 20 ho lasciato i propilei con l'alpino ancora presente ed in azione. Grazie anonimo sbandieratore! Mi hai fatto fare un esame di coscienza.
Giomar
13/05/2010 - L'Eco di Bergamo
|