Bergamo inaugura la sede sezionale Ana Stampa

Appuntamento sabato mattina in via Gasparini: completata la ristrutturazione dell'antico cascinale I lavori sullo stabile, donato da Anna Maria Astori, iniziarono nel 1998. Ora sistemata anche la corte.

Tra le iniziative programmate in attesa dell'Adunata nazionale di Bergamo, riveste un particolare importanza l'inaugurazione della nuova sede sezionale dell'Associazione nazionale alpini,

in via Gasparini 30 a Bergamo, in programma nella mattinata di sabato 10 aprile con ritrovo alle ore 10; a seguire la Messa, la benedizione della struttura, la consegna di riconoscimenti e il buffet finale. Una cerimonia semplice, ma particolarmente sentita dalle penne nere bergamasche che hanno lavorato per quasi 12 anni per la loro nuova sede.
Dopo un peregrinare in vari locali nei primi anni di vita, la sezione trovò casa in pochi angusti locali in Porta Nuova (piano sopra del propileo di destra, guardando Città Alta), dove era difficile arrivare e altrettanto difficile entrare se si era più di una decina, finché nel 1983 si presentò la possibilità di avere in uso dal Comune dieci locali presso il Lazzaretto, da ristrutturare a scanso d'affitto. Detto e fatto, gli alpini si rimboccarono le maniche, misero mano al portafogli e in poco tempo il sogno divenne realtà. I lavori andarono avanti alacremente, rispettando e valorizzando le strutture architettoniche dell'antico complesso storico. La sede venne inaugurata con una festosa cerimonia il 22 settembre 1984: ampia e funzionale, facilmente raggiungibile e con possibilità di parcheggio, una reggia a confronto dei bugigattoli di Porta Nuova.
Ma con il trascorrere degli anni anche questa nuova collocazione si stava dimostrando insufficiente per le nuove esigenze della sezione, in modo particolare quelle poste dalla protezione civile. Inoltre si stava avvicinando la scadenza contrattuale e il Comune di Bergamo era intenzionato a voler tornare in possesso dei locali per esigenze istituzionali. Quindi gli alpini, memori del detto «aiutati che il ciel t'aiuta», si stavano ponendo il problema, sia pure non imminente, quando si avverò un altro detto: «Dio vede e Dio provvede». Si trattò proprio di Provvidenza, presentatasi nelle vesti di un semplice alpino e di una signora dal cuore nobile e generoso.
Eravamo nel gennaio del 1991 quando Ezio Nespoli decise con alcuni amici di ricostituire il Gruppo alpini di Boccaleone, scioltosi nel 1986. Ma un Gruppo senza «baita», visto che si tratta di alpini, è come un mulo senza basto. Quindi prima giusta preoccupazione fu di trovare nella zona un ambiente da destinare a sede del costituendo Gruppo. Incominciò quindi a percorrere il rione in lungo ed in largo, ad interrogare gli abitanti sull'esistenza o meno di ambienti idonei e disponibili allo scopo. In questo lavoro di ricerca ebbe la fortuna di incontrare il dottor Signorelli che gli segnalò l'esistenza di un grande cascinale, sito in via Gasparini, di proprietà di Anna Maria Astori, della quale egli era amministratore.
Nespoli, supportato da Alessandro Decio allora presidente sezionale, le parlò degli alpini, dei loro ideali, delle molteplici attività svolte a favore delle comunità locali e in soccorso delle popolazioni colpite da calamità naturali, degli interventi di protezione civile e di salvaguardia ambientale. Le illustrò come con alcuni amici volesse ricostituire in Boccaleone il Gruppo alpini, un tempo molto attivo. Per poter concretizzare l'idea però aveva bisogno di un grande aiuto: avere a disposizione un paio di ambienti nel cascinale di sua proprietà, posto in via Gasparini. La signora Anna, come era amichevolmente chiamata, molto sensibile ai temi trattati, si entusiasmò, incominciò ad interessarsi delle iniziative delle penne nere, provò subito stima e affetto e decise di donare loro tutto il complesso agli alpini, quale sede del Gruppo di Boccaleone e della Sezione di Bergamo.
A questo punto bisognava predisporre quanto necessario per la realizzazione della nuova sede. Un primo compito fu quello di studiare e valutare le complesse procedure necessarie per avere i vari permessi e di stabilire gli opportuni rapporti con tutti gli uffici competenti in materia. Predisposto il progetto, articolato in quattro lotti, ed espletate tutte le pratiche burocratiche, i primi lavori iniziarono nell'ottobre 1998. Nel frattempo, dal 1997, era diventato presidente della sezione Giovanni Carobbio, che seguirà i lavori fino al 2003. Nel novembre 2000 terminò la ristrutturazione dei primi trecento metri quadrati, dove trovarono posto gli uffici della Sezione, mentre l'inaugurazione ufficiale avvenne nel settembre 2001, in occasione dei festeggiamenti per l'80° anniversario della sezione. Nell'occasione il presidente ebbe modo di evidenziare che i lavori effettuati per il primo lotto avevano il valore di almeno un miliardo di lire. I costi sostenuti erano stati però decisamente inferiori – circa il 50% – grazie al lavoro dei volontari ed alla fornitura di una parte dei materiali in modo gratuito o con forti sconti.
Il secondo lotto ha riguardato la ristrutturazione di altri seicento metri quadrati dove collocare i magazzini e altri locali della protezione civile. Intanto la «stecca» era passata ad Antonio Sarti, l'attuale presidente sezionale eletto per la prima volta all'inizio del 2003. Egli ha ripetuto l'appello agli alpini per la partecipazione ai lavori ed ai Gruppi perché contribuissero economicamente all'impresa. Come sempre, la risposta è stata pressoché corale. Finito il secondo lotto con sistemazione della protezione civile, nel 2006 si è dato avvio al terzo lotto relativo al recupero della torre e dell'ala Nord-Est. I lavori sono terminati nell'ottobre 2007. Tranne le reti tecniche e gli infissi, affidate a ditte specializzate, tutti i lavori sono stati eseguiti dai volontari che si sono alternati in turni settimanali. Dopo aver arredato i locali nuovi, a maggio 2008 si sono trasferiti gli uffici dall'ala del lotto uno che in seguito verrà adibito a museo ed alloggio del custode.
All'apertura dei locali ristrutturati il vicepresidente Giovanni Ferrari, che per anni ha seguito i lavori, ha ringraziato «i molti volontari – tra cui il direttore dei lavori Francesco Schiavi, il factotum Domenico Giupponi, il vivandiere Alessio Granelli, i capicantiere Angelo Alborghetti e Emilio Finassi, Giovanni Torri per la gestione delle pratiche assicurative – i gruppi, enti ed aziende che avevano contribuito alle spese».
Infine c'era da sistemare la «corte» della casa colonica. E così, al sorgere del 2009, sono iniziati i lavori per realizzare la rete di raccolta delle acque bianche, la pavimentazione con pietre in sintonia con l'antico complesso architettonico, delle aiuole e la piantumazione di essenze appropriate. Terminati anche questi interventi, il presidente Antonio Sarti voleva la «ciliegina sulla torta». Tra gli alpini, si sa, che il desiderio del capo è come un ordine. Ed ecco, d'incanto, il mese scorso prendere forma il logo dell'Adunata 2010 al centro del cortile. L'opera è stata realizzata intarsiando graniti e marmi di vari colori naturali provenienti da differenti nazioni; colori e materiali specificatamente ricercati per riprodurre al meglio e il più fedelmente possibile il logo. Un'opera veramente pregevole di Santino Cuni che resterà ad imperitura memoria dell'Adunata nazionale degli alpini che sta per celebrarsi.
 

Luigi Furia il 08/04/2010 - L'Eco di Bergamo

 
 

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