In vetrina i cimeli delle Penne nere Stampa

Dal commercio tributi al raduno: piccozze e telefoni della Grande guerra

 

 

ALPINI IN MOSTRA Si avvicina la data dell’adunata e a Bergamo le vetrine dei
commercianti sono vestite a festa su tema «alpino». Nei negozi vengono esposti
cimeli di Penne nere, come piccozze. Ma anche telefoni della Grande guerra. E
non mancano soldatini, divise e anche fogli di congedo

 

 

 

A due settimane dall'Adunata nazionale, Bergamo si sta preparando ad accogliere gli alpini. Le bandiere stanno tappezzando la città e sempre più numerosi sono i negozianti che allestiscono vetrine con soggetto alpino. Tra le molte curiose quella della Cartoleria del Borgo in via Borgo Palazzo, dove tra bandierine e originali gadget per l'adunata (borse portaoggetti con disegno di alpini e mulo) si fa notare un apparecchio telegrafico vetusto. «È un telefono della Prima guerra mondiale, risale all'epoca dei miei bisnonni – spiega il proprietario del negozio Nicola Teani – , mentre il cappello appartiene a mio fratello che ha svolto la naia nel 1989-90». Il papà Francesco spiega la provenienza dell'oggetto: «Non apparteneva alla mia famiglia, ma l'ho acquistato anni fa in un mercatino militare. L'ho voluto perché mi ricordava lo zio di cui porto il nome e di cui mi parlava mio padre. Lo zio combatté sul Piave nella Grande Guerra e non tornò più. Conserviamo ancora molte sue lettere scritte in trincea. Una lapide in via Pignolo lo ricorda tra i molti dispersi. Mi fa effetto veder scritto il mio nome tra quelli di tanti giovani che morirono combattendo».
Sempre cimeli originali arricchiscono le vetrine della Farmacia Visigalli di via Corridoni. Oggetti portati per l'occasione dalle farmaciste Sara Gelmini e Maria Silvia Calvino Ramaccio. Il tema è ancora quello degli alpini in armi nel corso del Novecento. Ci sono «oggetti che risalgono alla Prima Guerra Mondiale come lampada, bombe e un elmetto ritrovato nel ghiacciaio dell'Adamello e un cappello indossato durante una parata a Roma nel 1949» spiega Sara Gelmini, che ha recuperato gli oggetti da parenti. Divisa, cappelli (prima da soldato semplice e poi da sottufficiale), ramponi appartengono invece al papà di Maria Silvia che ha svolto il servizio militare circa quarant'anni fa in Valle d'Aosta. I cimeli più recenti, come foglio di congedo e cappello, sono di Stefano Signorelli, che lavora come magazziniere in farmacia. Torniamo in Borgo Palazzo a pochi metri da Piazza Sant'Anna: anche La Bottega dei Fiori di Adriano Piazzalunga ha voluto rendere omaggio all'adunata con una vetrina ricchissima: un poster che riproduce tutti i manifesti delle passate edizioni delle adunate fa da sfondo a un'ambientazione con manichino vestito da alpino, vicino a una sella vecchia di cinquant'anni con cui i muli trasportavano le botti. Ci sono poi piccozza, borraccia, gamella, il sacco di iuta per le pannocchie. Infine una collezione di più di cento soldatini di piombo. Se tutti questi negozianti mostrano con soddisfazione l'omaggio che hanno voluto rendere alla Penne Nere c'è anche chi invece denuncia: «Al Centro Socio Culturale di via Pignolo è stata rubata una bandiera che era posta esternamente sopra la vetrina – segnala Mariuccia Gotti, responsabile da 19 anni del centro – . È un inqualificabile atto di inciviltà». Certo è che la signora Mariuccia ora ha appeso un cartello con scritto «Se volete la bandiera ve la regalo ma non strappatela». Il gesto fa temere che la vetrina venga presa di mira: «Ho allestito una bella vetrina con una scultura a mezzo busto di un anziano con un cappello d'alpino. Ne ho parlato con l'autore, lo scultore Franco Travi: lascerò la statua in vetrina sperando che non accada nulla». Anche il tabaccaio che si affaccia su piazzetta Santo Spirito ha subito il furto della bandiera. «Per evitare ulteriori danni, allestiremo la vetrina solo dal mercoledì che precede l'adunata» spiegano Claudio Giovannetti e la moglie Ani titolari del bar tabaccheria Barrier.
 

Laura Arnoldi il  27/04/2010 - L'Eco di Bergamo

 

 
 

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