Eliseo Zago, 68 anni, è arrivato in città dopo due giorni di cammino: 135 km. In Comune scambio di doni con il sindaco. Gruppo «pedestre» pure da Iseo
Ci sono gli alpini che arrivano in treno, in auto e in pullman. Quelli che viaggiano in camper o in moto.
E poi ci sono quelli che arrivano sulle proprie gambe, non importa quanta strada debbano percorrere. È il caso di Eliseo Zago, l'alpino podista che è arrivato mercoledì sera in città da Negrar, in provincia di Verona, dopo aver percorso 135 chilometri.
Due giorni di marcia
La sua è una passeggiata che si ripete annualmente, da un decennio a questa parte, anche quando l'adunata viene organizzata lontano dal Veneto, come lo scorso anno a Latina.
Per non perdersi l'appuntamento orobico e completare il tragitto, l'alpino podista ha camminato due intere giornate: partito da Negrar martedì mattina, è arrivato nel pomeriggio fino ad Ospitaletto, in provincia di Brescia, dove si è fermato per riposarsi e passare la notte. Il mattino seguente ha attraversato la provincia bresciana ed è arrivato in terra bergamasca, giungendo al traguardo, in città, alle 23 di mercoledì.
«Dai 60 ai 70 km al giorno»
«Sono abituato a camminare – ci spiega l'alpino accolto ieri mattina a Palazzo Frizzoni per un saluto da parte del vicesindaco Gianfranco Ceci e uno scambio di doni con il sindaco Franco Tentorio –. Anni fa partecipavo alle maratone, ma ora non riesco più e così ripiego sulla marcia e ad ogni adunata arrivo a piedi. Quando mi metto in cammino percorro mediamente dai sessanta ai settanta chilometri al giorno, pioggia permettendo. Il primo giorno di marcia verso Bergamo ho fatto 80 chilometri: volevo portarmi avanti proprio in vista delle previsioni del tempo». Lo scorso anno, per arrivare a Latina, Zago ha camminato per 720 chilometri.
Ricevuto a Palafrizzoni, l'alpino podista di 68 anni, che da oltre 20 anni fa parte del gruppo di Parona, ha consegnato a primo cittadino e vice un libro dedicato alla sua cittadina di residenza e due bottiglie di vino veneto, l'Amarone e il Recioto.
i saluti in comune
Dopo i saluti dell'Amministrazione comunale, Zago è stato anche ricevuto nella sede provinciale di via Tasso da Fausto Carrara, assessore alla Protezione civile. Tante ormai le persone che lungo la strada lo riconoscono e lo incitano a proseguire, oppure lo invitano nelle proprie case per brindare insieme: «All'inizio molti mi chiedevano "ma chi te lo fa fare?" e mi prendevano per un pazzo – ci spiega il podista –. Ora invece capiscono lo scopo della mia camminata, il mio voler proseguire a piedi, e mi sostengono. In questa mia marcia verso l'adunata sta lo spirito alpino: la passione per il cammino, la felicità nell'incontrare tanta gente lungo il mio percorso e nel vedere il mondo – continua Zago –. Fino a quando riuscirò a camminare arriverò ai raduni sulle mie gambe, è una grandissima soddisfazione».
A piedi pure da iseo
Un'altra piccola grande impresa dello stesso tipo è stata portata a termine ieri anche dalle penne nere di Iseo. Partiti alle sei di mattina dalla città bresciana, un passo dopo l'altro, gli alpini sono arrivati a piedi a Seriate verso le 13, giusto in tempo per la pausa pranzo. Dopodiché sono entrati a Bergamo, fermandosi per un brindisi e una veloce merenda alla sede Ana di Campagnola, per un totale di 35 chilometri percorsi.
Il gruppo, composto da quattro alpini di Iseo e uno di Adro, in provincia di Brescia, festeggerà l'adunata insieme alle penne nere di Rovereto, sezione alla quale sono gemellati da 25 anni e con cui si ritrovano ad ogni raduno annuale per condividere gli accampamenti nei giorni di festa.
«Abituati alle bufere»
«Data la vicinanza, era giusto e doveroso venire a piedi: abbiamo rispettato la tradizione degli alpini», commenta Francesco Pelizzari, 70 anni, di Adro. «È stata una bella camminata, ora ci godiamo un po' di riposo», gli fa eco Luigi Cristinoli del gruppo di Iseo.
E se la pioggia poteva destare qualche preoccupazione, Roberto Pelizzari che ha accolto i cugini bresciani a Bergamo, assicura: «Noi alpini siamo abituati alle bufere, un po' di acqua non ci spaventa».
Laura Generali il 07/05/2010 - L'Eco di Bergamo
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