Fiorenzo Nolli, da Omegna, con il cimelio forato dai tedeschi
La mantella verde militare ciondola con il passo del vecchio alpino che la indossa. Esce da un'altra epoca, fatta di stenti e fatiche, evaporati sotto gli effetti della festa inebriante dell'adunata, ma che restano impressi nei cuori di chi li ha vissuti e li ha sentiti raccontare. A testimoniare quei giorni lontani di guerra e dolore i fori nel consumato cimelio.
Un cimelio vero, vissuto, non di quelli più o meno taroccati che spuntano come funghi sulle bancarelle dei gadget. E la voce di Fiorenzo Nolli, 72 anni il prossimo 20 maggio, arrivato a Bergamo da Omegna, comune di 16.118 abitanti della provincia del Verbano Cusio Ossola, sulla punta del lago d'Orta: «I buchi li hanno fatti gli spari dei tedeschi, e la mantella è di mio padre, classe 1899, che ha fatto la Guerra del Quindici-Diciotto».
Con quella mantella Nolli oggi cammina lungo la pista ciclopedonale del Morla, ma due anni fa ha percorso un altro sentiero, ben più in salita, quello che porta al Pasubio, per realizzare un sogno che aveva in testa da un po'. «Conservo una foto, datata 11 luglio 1920, in cui mio padre posa con i compagni sulla cima Palon, la più alta del Pasubio, oltre duemila metri di quota. Indossava questa mantella. Allora due anni fa, esattamente 88 anni dopo lo scatto che immortala mio padre, ho deciso di ripercorrere quella strada, e di farmi fotografare nello stesso punto con la stessa mantella».
Ci sono tanti modi per tenere viva la memoria, e Nolli ha scelto questo, una via crucis lungo la «Zona sacra del Pasubio», così dichiarata dal regio decreto n.1.386 del 1922, proprio perché il massiccio fu teatro dei cruenti combattimenti della prima guerra mondiale: la prima linea passava proprio dal crinale principale.
«A Bergamo – aggiunge Nolli – ci sono stato tre volte: nel 1962, nel 1986 e ora. È sempre una grande festa». Chiede se si scriverà qualcosa su di lui, e di mandargli il pezzo. «Via email? Ma che cos'è?», sorride divertito. E in aiuto si prodiga un alpino più giovane: a fare arrivare la posta elettronica al Fiorenzo ci penserà lui. Anche questa è l'amicizia alpina.
Benedetta Ravizza il 09/05/2010 - L'Eco di Bergamo
|