Il viaggio di 5 alpini di Preganziol: 220 km fino al lago e poi a Seriate.
Cinque alpini – Fabio, Walter, Leonardo, Amorino e Maurizio – sono partiti il 2 maggio per percorrere a piedi i 220 chilometri che dividono Preganziol (Treviso) da Sarnico, dove sono giunti giovedì sera ricevuti presso la sede del gruppo alpini locale, dai membri del direttivo, dal responsabile operativo della protezione civile Andrea Bellini con alcuni volontari e dall'assessore Augusto Savoldi in rappresentanza dell'Amministrazione comunale di Sarnico.
«Il nostro viaggio non è ancora finito – affermava Fabio uno dei maratoneti, all'arrivo sul lago – dobbiamo raggiungere Seriate dove saremo ospitati nella palestra locale. È la mia seconda esperienza di questo tipo lo scorso anno mi sono fatto Preganziol Latina a piedi senza un euro in tasca, ho dormito in oratori, presso parrocchie, in case private; ovunque ho trovato tanta solidarietà». La scelta di fermarsi a Sarnico come tappa conclusiva prima dell'arrivo a Bergamo – ha spiegato Angelo Ravelli presidente del gruppo Alpini di Sarnico – «è nata da un contatto che Andrea Bellini ha avuto con loro tramite internet».
I cinque arrivati a Sarnico erano solo l'avanguardia di un gruppo più numeroso che è giunto ieri sera a Seriate. Fanno tutti parte del coro alpino «Ana Preganziol» e che, nonostante le difficoltà incontrate nell'inserirsi nel palinsesto dei concerti di cori alpini che si esibiranno in provincia per l'83° raduno nazionale, si esibirà questa sera a Colognola.
«Sarebbe stata una delusione – prosegue Fabio – tornare al nostro paese senza aver avuto l'opportunità di cantare». Fabio è di una simpatia coinvolgente, di professione falegname ma passa tante ore della sua giornata negli asili dove, come volontario, insegna ai bambini a lavorare il legno e, anche questa, è una delle tante «belle storie» ascoltate in questi giorni in occasione del raduno. Storie che hanno per protagoniste le penne nere.
Giovedì sera nella chiesina degli alpini di Sarnico si è consumata la cena al termine della quale i rappresentanti dei due gruppi – Preganziol e Sarnico – si sono scambiati salami, formaggelle, gagliardetti e libri.
La conclusione è ancora di Fabio: «Il nostro viaggio è stato bellissimo, siamo stati accolti al nostro passaggio da grande cordialità, salutati da tanta gente con entusiasmo e questo grazie al nostro cappello verde che è un simbolo, la chiave che apre il cuore di tanta gente. Come sarebbe bello però che ci salutassimo sempre, tutti, indipendentemente dalla "firma" del cappello e risvegliassimo in tutti il senso di amicizia e comprensione reciproca». Si Fabio, sarebbe veramente bello.
Mario Dometti il 08/05/2010 - L'Eco di Bergamo
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