La maggior parte dei pubblici esercizi cittadini propone un listino comune: il rosso sfuso a 1,2 e l'acqua a un euro.
Ma in alcuni casi si paga anche molto di più, soprattutto sui banchi degli ambulanti che dicono di avere più costi

«Far festa va benissimo e siamo tutti qui per questo a patto, però, che nessuno se ne approfitti».
L'adunata nazionale degli alpini entra sempre più nel vivo e tutti gli ospiti della nostra città, alpini e non, hanno già dato un'occhiata ad alcuni prezzi «pazzi»: un bicchiere di vino a 3,50 euro, panini con salumi o formaggio a 5 euro, bottigliette d'acqua minerale da mezzo litro a 1,50 euro e Kebab che, solo per l'occasione, schizzano senza motivo a 5 euro. A praticare queste cifre sono, in particolare, gli ambulanti che provengono da tutta Italia, sistemati in diverse aree della città come allo stadio o nei parcheggi di viale Papa Giovanni XXIII, ambulanti che seguono sempre i grandi eventi nazionali.
Si tratta di prezzi che lasciano piuttosto sbalorditi rispetto a quelli proposti dalla maggior parte dei pubblici esercizi che, in collaborazione con il Comune di Bergamo, l'Ana provinciale, Ascom, e Confesercenti hanno optato per prezzi molto più accessibili attraverso le iniziative del «Bar amico dell'alpino» e il «Menu dell'alpino». Qualche cifra per avere un'idea? Un bicchiere di vino sfuso rosso o bianco a 1,20 euro, un panino con salume o formaggio 3,50 euro, panino e bicchiere di vino 4,50 euro, caffè 90 centesimi, e bottiglietta d'acqua minerale da mezzo litro 1 euro.
Per gli ambulanti che praticano prezzi decisamente più alti di quelli pensati per accogliere nel miglior modo gli alpini nella nostra città esiste solo una risposta: «I nostri prezzi sono questi – spiegano – e non abbiamo nessun obbligo o limite. Noi offriamo questo, prendere o lasciare».
Un responsabile dell'Osteria veneta, esercizio di Padova che si è sistemato sotto una tensostruttura in viale Papa Giovanni XXIII con cucina, sedie e tavolini, spiega cosa c'è dietro al bicchiere di vino da 300cc a 3,50 euro. Ben più caro di quello da 1,20 euro da 200 cc (bicchiere poco più piccolo ndr) che si trova in tutti i bar di Bergamo grazie all'iniziativa «Bar amico dell'alpino». Fra i due bicchieri, sia chiaro, il vino servito è lo stesso; si tratta del Valcalepio vino ufficiale dell'adunata. «Rispetto alle normali aree abbiamo costi diversi da quelli che devono sostenere i bar della città – spiega il respponsabile dell'Osteria –. Tenendo conto di tutto per noi questo è un prezzo normale e non esagerato. Se il nostro bicchiere, più grande di quello dei bar, viene ritenuto troppo caro i clienti sono liberi di bere da altre parti; mi sembra che le proposte non mancano».
L'adunata, è risaputo, per tanti rappresenta proprio una ghiotta occasione commerciale. A questo proposito, già a partire dalla giornata di giovedì, nel centro di Bergamo si potevano incontrare diversi immigrati marocchini che vendevano collanine e braccialetti illuminati a 5 euro e tanti nordafricani che cercavano di piazzare a 10 euro cinture e improbabili cappelli da cowboy: «Guardate che questa è la festa degli alpini – si sono fatti sentire, ad alta voce fra la folla, alcune penne nere – non siamo nelle fattorie del Messico ma a Bergamo».
Non è mancato chi, per qualche attimo appena, ha sognato di fare business cogliendo la palla al balzo per l'invasione degli alpini. Tre ragazzi, non più di vent'anni d'età ciascuno, si sono piazzati nella ressa vicino ai Propilei con un mini-frigorifero da campeggio per provare a vendere a 1,50 euro una ventina di bottigliette di plastica riempite di vino. Dopo qualche tentativo, però, hanno subito desistito. In giro, per essere solo giovedì sera, da bere ce n'era già fin troppo e il loro vino non ha attirato nemmeno un alpino. Chissà, forse, la prossima volta andrà meglio.
 

Vittorio Ravazzini il 08/05/2010 - L'Eco di Bergamo