Nei giardini condominiali camper e tende Stampa

I bergamaschi hanno aperto le porte della città agli alpini e, in alcuni casi, anche le porte di casa. Sono molti i residenti che hanno dato piena disponibilità ad accogliere le penne nere mettendo a loro disposizione abitazioni, cortili e giardini.
Chi non ha trovato posto nei campi e negli spazi allestiti in città e provincia, ha fatto un giro tra le abitazioni private in cerca di ospitalità: e la risposta dei residenti è stata positiva. I condòmini di un edificio in via Carducci hanno dato in prestito alle penne nere il proprio giardinetto condominiale, uno spazio verde ora coperto da tende, camper e strutture di alpini di diversi gruppi. Oltre al giardino, Claudio Finazzi, che al piano terra dell'edificio ha il suo negozio di mobili, ha concesso anche il cortile antistante le sue vetrine. «Ho ospitato gli alpini anche durante l'adunata dell'86 – ci racconta Finazzi – ed è stata un'esperienza davvero positiva, che mi faceva piacere ripetere. E poi sono un alpino anch'io! Quindi quando questi gruppi si sono fermati a chiedere il posto, ho dato il mio consenso senza esitare. È una grandissima festa per tutti».
«Siamo venuti a Bergamo circa un mese e mezzo fa in cerca di un posto dove piazzare i nostri camper e le tende – ci racconta Tiziano Bastianello, di Grisignano di Zocco, in provincia di Vicenza –. Abbiamo provato all'oratorio di San Paolo, ma era già tutto esaurito. Passando da via Carducci abbiamo notato questi spazi verdi e ci siamo fermati per chiedere ai proprietari la possibilità di occuparli durante l'adunata. Poi abbiamo anche chiesto di poter utilizzare il cortile del mobilificio Finazzi. Sono stati tutti gentilissimi». Insieme al gruppo di Vicenza sono accampati alpini di Trento, Costa Volpino, Udine e Anfo, in provincia di Brescia. La loro amicizia risale a qualche anno fa, quando si incontrano per un viaggio in Russia. «Le nostre sezioni organizzavano una traversata nella steppa degli alpini, da Rostock a Nikolajewka, la battaglia per noi più tragica della seconda guerra mondiale – ci racconta Bastianello –. In 10 giorni abbiamo percorso circa 200 chilometri a 30-35 gradi sotto zero». «È stato lì che ci siamo conosciuti – continua Eugenio Matassoni di Trento – e lì abbiamo condiviso un'esperienza indimenticabile». Anche in provincia qualche alpino è stato ospitato in casa di amici: a Cenate Sotto Ettore Filisetti, penna nera paracadutista, ha una casa che per l'occasione ha ceduto agli amici di Conegliano Veneto, per un totale di quindici persone. «Sette alpini sono in casa mia e in giardino ci sono due camper – ci spiega Filisetti –. Lo spirito alpino è anche questo: saper aiutare gli altri. Loro avevano bisogno di un alloggio, io gli ho dato il mio». Ma non ci sono solo le case: anche i partiti sono scesi in campo. Nella sede della Lega di via Berlese stanno le tende di una settantina di alpini trevigiani.
 

La. Ge. il 08/05/2010 - L'Eco di Bergamo

 
 

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