Spettabile redazione,
mi chiamo Antonia Bosatelli, ho 59 anni, abito a Saltrio (Va). Mio papà era originario di Medolago.

Ho parenti a Suisio, Calusco d'Adda e paesi limitrofi. Ho un fratello che ha fatto il militare negli alpini a Malles Venosta e Glorenza. Sono cucina di Gianni Baschenis che ha perso la vita durante il servizio militare in Alto Adige. Tutti gli alpini sono quindi «miei parenti». Per mio papà la parola alpino era sacra.
Quest'anno, grazie alla sezione alpini di Saltrio (paese dove mi sono stabilita da 5 anni) ho potuto assistere a Bergamo all'adunata nazionale di domenica 9 maggio. Dalle 8,30 alle 20 circa ho potuto seguire l'immensa sfilata: la fanfara militare, gli alpini decorati e mutilati, i mezzi usati per interventi della Protezione civile, gli alpini giunti dai Paesi stranieri e poi le sezioni degli alpini d'Italia. Purtroppo non ho potuto seguire quella di Bergamo a causa dell'orario del rientro a Varese.
Mi sono commossa, ho pianto, ho riso, ho gridato, ho cantato con gli alpini (che ringrazio anche per gli auguri per la festa della mamma) le canzoni che non scorderò mai (Monte Grappa, Vecchio scarpone, La leggenda del Piave, Piemontesina, Amici miei, e altre). Un ringraziamento di cuore prima agli alpini (lodevole la loro compostezza, il buonumore, la loro fedeltà e altro), alle amministrazioni comunali e a tutti quelli che si sono prodigati per la veramente riuscita manifestazione. Le varie bandiere italiane esposte ai balconi, alle finestre e dislocate in vari punti e sventolate da parecchie persone hanno simboleggiato il nostro essere italiani in questo difficile momento.
Grazie a tutti. Un grazie particolare anche a voi de L'Eco di Bergamo per tutte le notizie dell'edizione di domenica 9 maggio, compreso l'inserto. Mi sono piaciute tantissimo le varie testimonianze.
Antonia Bosatelli

L'Eco di Bergamo - 01/06/2010